Le antiche armi cinesi e gli artisti marziali
di Yang, Jwing-Ming
Questo articolo è un estratto del libro “Le antiche armi cinesi. Una guida allo studio delle arti marziali” del Dr. Yang, Jwing-Ming.
Le arti marziali, conosciute come Wushu nell’occidente, comprendono sia le tecniche di combattimento a mani nude, sia quelle con le armi, ed hanno una storia lunga oltre 5000 anni. In questo lasso di tempo le tecniche ed i materiali per la fabbricazione delle armi si sono evoluti. Si può tracciare una linea di sviluppo che parte dalle armi primitive in pietra a quelle di rame, bronzo, ferro e infine le ultime leghe fortissime e leggere. Sebbene l’arte della maestria delle armi cinesi abbia avuto un passato glorioso, il suo futuro rimane incerto. La cultura moderna allontana le persone dallo studio delle armi antiche per tutta una serie di motivi. Innanzi tutto, le armi da fuoco, con la loro caratteristica facilità d’uso e la gran potenzialità mortale, hanno fatto sì che la conoscenza delle armi fosse ritenuta una cosa poco pratica. Inoltre, esistono pochissimi maestri nel maneggio di queste armi. Infine, diventare esperti in qualsiasi arte marziale (e specialmente in quelle che adoperano armi), richiede molto tempo, pazienza e pratica. Nella società odierna, poche persone sembrano disposte ad impiegare l’energia necessaria per imparare l’arte antica delle armi cinesi. Lo studio e la pratica delle armi cinesi, come quello di qualsiasi arte marziale, ha un valore che va molto più in là del semplice perfezionamento delle tecniche. C’è un valore intrinseco nella sua storia. Sono più di 5000 anni che quest’arte è in evoluzione e rappresenta un incredibile sviluppo della cultura umana. Esiste anche il valore, più convenzionale del suo aspetto artistico; come un ballerino molto raffinato, l’artista marziale mostra un controllo totale del suo corpo. Infine, c’è la virtù di recare grande beneficio al praticante in termini di salute. Perfezionare l’arte delle armi cinesi richiede un allenamento fisico intensivo. Il corpo intero diventa forte e acquisisce una condizione ottimale. Ovviamente c’è da considerare anche il suo valore come metodo d’autodifesa, che è lo scopo originario per cui le armi marziali sono state create. Praticare con esse significa migliorare i propri tempi di reazione e di percezione, permettendo all’artista marziale di muoversi velocemente e correttamente. Il più importante di tutti i valori intrinseci di quest’arte è quello morale. Il praticante deve imparare la pazienza, la perseveranza e l’umiltà. Con diligenza e dedizione rafforza la sua sicurezza e forza spirituale.
Classificazione delle armi cinesi
Nella Cina antica, le armi erano molto diverse fra di loro. Queste variazioni derivavano da quattro fattori: 1) la diversità del terreno fra una provincia e l’altra: 2) le differenti caratteristiche fisiche degli artisti marziali: 3) la particolare cultura e stile di vita locale; e 4) lo scopo particolare di ogni arma. Per essere un dotto artista marziale, bisogna non soltanto conoscere bene le varie armi, ma anche capire la differenza fra di esse.
Una volta, la parola cinese per “armi” era Bingqi che si può tradurre come “strumenti dei soldati”. In seguito, questa parola fu accorciata a Bing. Quindi, Chang Bing significa “armi lunghe” e Duan Bing significa “armi corte”. Un altro termine usato comunemente dai cinesi è Wuqi che tradotto letteralmente vuol dire “strumenti marziali”.
Nella storia lunga 5000 anni di Bingqi, stili, forme, materiali e tecniche di fabbricazione sono cambiate con il susseguirsi delle diverse dinastie. Una dinastia durava fino a 800 anni, e in quest’arco di tempo, i disegni delle armi potevano subire infinite modifiche.
Per caratterizzare questa moltitudine di armi, sono stati scelti 18 tipi che includono armi lunghe, armi corte, morbide e proiettili. Si può dire che un’artista marziale provetto nell’uso di tutti questi tipi ha raggiunto una maestria dello Shi Ba Ban Wuyi, “i diciotto tipi di tecniche marziali”.
Sorgono dei problemi comunque, quando si tenta di presentare una classificazione relativamente semplice delle armi cinesi. Ad esempio, la stessa arma può essere conosciuta con nomi diversi secondo la dinastia; Shu (bastone affusolato a dodici Chi) nella dinastia Han (206-220 a. C.) è identico allo Zhang Er nella dinastia Qing (1644-1911 d.C.). Inoltre, un’arma che subiva delle lievi modifiche prendeva un nuovo nome. L’Alabarda dalla Testa Piatta della dinastia Shang (1751-1111 a.C.) era chiamata Ge, ma l’Alabarda dalla Testa a Punta, identica alla prima eccetto che nella forma della testa, del Periodo Primavera/Autunno e Stati Combattenti (722-222 a.C. fu chiamata Ji). Si ha conoscenza storica di molte armi, ma non di tutte si conosce la struttura precisa. Per esempio, Fa della dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.) è considerata una delle diciotto armi, ma Fa probabilmente significava “strategia di battaglia” quindi non era un’arma vera e propria. Jue, era una specie d’arma simile ad una lancia penetrante, ma oggi non esiste più. Huan si traduce come “anello” ma appartiene invece alla classe delle armi lunghe. I dettagli di Ben, che deriva dall’arnese “ascia” usato dai carpentieri, rimangono sconosciuti.
Armi e strategia di combattimento
La strategia di combattimento, un fattore decisivo sia che si tratti di grandi battaglie, sia negli scontri uomo a uomo, è in stretto rapporto con le armi che vengono usate. Ci sono molti esempi di armi che sono state create appositamente per una nuova tattica di combattimento. La spada uncinata, insieme con lo scudo, fu creata specificatamente per attaccare le gambe dei cavalli nella grande battaglia svoltasi durante la dinastia Song del Sud (1127-1280 d.C.). Un altro esempio è il bastone “a più sezioni” che fu inventato appositamente per essere usato contro un nemico provvisto di scudo.
Questo tipo di combattimento si svolgeva in uno spazio ampio ed aperto e comprendeva anche cavalieri e carri. C’erano anche i combattimenti uomo a uomo che avvenivano all’interno di una grande battaglia, i combattenti erano quindi circondati da altri guerrieri o si trovavano nelle vie di una città o in un piccolo spazio. Nei tempi antichi, spesso le prime armi usate nelle grandi battaglie erano le catapulte che lanciavano grandi pietre pesanti. Questi proiettili a lungo raggio potevano uccidere i nemici che non erano protetti, prima di passare allo scontro uomo a uomo. L’applicazione primaria, comunque, delle armi a lungo raggio era quella di rallentare l’avanzata della cavalleria. Con l’invenzione della polvere da sparo, le frecce razzo sostituirono le pietre della catapulta, divenendo le armi più importanti in guerra. Queste avevano il vantaggio, che non solo potevano essere sparate più lontano, ma potevano essere fatte in modo da esplodere nel contatto, spaventando i cavalli e buttando a terra i cavalieri. Con l’avvento dei secoli 17° e 18° le frecce razzo furono sostituite con palle di ferro sparate da cannoni.
Man mano che le forze nemiche avanzavano, i proiettili a lungo raggio perdevano la loro efficacia. Ad una distanza intermedia gli arcieri con frecce ostacolavano l’esercito nemico. Quando la distanza diventava minore gli artisti marziali scagliavano le loro lance sia da terra che da cavallo o dai carri. Infine la battaglia diventava uno scontro individuale. Era uomo contro uomo.
Ma alcuni uomini potevano essere a cavallo mentre altri erano a piedi. Un’arma da contatto molto lunga come la lancia appuntita lunga 2,5 m., 4 m. o 6 m., poteva essere utile in tutti e tre casi. Un fante avrebbe avuto spesso a sua disposizione un’altra arma. Per disarcionare l’avversario o per scaraventarlo fuori dal carro, avrebbe attaccato le gambe dei cavalli con una lancia uncinata, tenendo uno scudo di canna d’india per proteggersi. Quando entrambi si trovavano a terra, cominciava il combattimento uomo a uomo. Le armi a lungo raggio perdevano la loro utilità e venivano sostituite da armi a corto raggio.
Il combattimento ravvicinato, all’interno di una grande battaglia, era abbastanza diverso da un conflitto corpo a corpo in uno spazio circoscritto. I guerrieri erano spesso circondati da altri uomini e non c’era via di scampo. Perciò la resistenza diventava un fattore chiave nel determinare la vittoria. Erano utilizzate le armi più corte e più leggere come la spada, la sciabola ed il bastone a tre sezioni. Con armi nascoste come fruste, dardi o catene, un’artista marziale era ben preparato per uno scontro a corta distanza.
Alcuni guerrieri, solo i più forti, usavano un’arma lunga anche nel combattimento a corta distanza. Avevano il vantaggio di poter colpire l’avversario senza esporsi all’attacco. Il lungo bastone, la lancia o la grande sciabola erano molto difficili da fermare a causa del loro peso. L’artista marziale usando un’arma più corta e più leggera nell’avvicinarsi al nemico, poteva sfruttare la velocità e la praticità. Quindi in uno scontro ravvicinato, l’arma lunga, che era così potente, diventava un ostacolo per colui che la brandiva.
Quadro storico
La storia abbonda di racconti di terribili massacri avvenuti durante le continue guerre che devastavano la Cina antica. Queste guerre erano combattute con un immenso spiegamento di armi marziali e hanno giocato un ruolo importante nello sviluppo della Cina. Dai giorni delle armi di pietra prima di Shen Nong (2700 a.C.) alla dinastia Qing (circa 1900 d.C.) quando i fucili divennero popolari, si può tracciare il progresso della Cina attraverso l’evoluzione del suo armamentario.
Gli antichi cinesi primeggiavano nelle scienze metallurgiche. Per circa 3000 anni, i cinesi incanalarono la ricerca sulle armi, nella scoperta di nuove leghe e tecniche per forgiare nuovi metalli, che erano più forti e potevano tenere meglio il filo. Bisogna ricordare che in quei tempi la scoperta di una nuova lega per la manifattura delle spade aveva lo stesso effetto sulla società, che ha oggi la scoperta dell’energia atomica.
Sfortunatamente esistono poche informazioni sull’intera gamma di armi. Abbiamo molte conoscenze su alcune armi, come ad esempio la spada a lama stretta, mentre poco si sa di altre. Sono stati trovati molti scritti sulla spada, poiché i cinesi la ritenevano l’arma più importante. Considerata la più alta arte del GongFu (Kung Fu), la spada dalla lama stretta fu preferita da imperatori, poeti e studiosi.
Confucio ne portava una per il nobile sentimento che essa gli ispirava. Li Tai Bai un poeta famoso della di nastia Tang (618-907 d.C.) si nominò “amante del bere e maestro della spada”.
La spada è stata oggetto di grande ammirazione per la sua pura bellezza formale. In più la padronanza delle complicate tecniche di combattimento era così difficile da conseguire che gli esperti erano tenuti in gran riguardo. La bellezza della forma da sola non sarebbe stata sufficiente a spiegare il grande numero di informazioni che ci sono pervenute, rispetto alle altre armi. La chiave della preservazione della storia della spada va ricercata nel fatto che era preferita da imperatori ed artisti marziali. Essi la resero così popolare, che non soltanto gli uomini la portavano, ma anche le donne ne erano attratte.
Per approfondire
LE ANTICHE ARMI CINESI PER LE ARTI MARZIALI
di Jwing-Ming Yang
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